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Menopausa

LA MENOPAUSA E GLI SQUILIBRI ORMONALI

La menopausa (ovvero la cessazione della comparsa del flusso mestruale): un evento naturale che si genera nella vita di una donna, mediamente intorno ai 50-52 anni, dovuto all’esaurimento funzionale delle ovaie.

La diagnosi di menopausa è generalmente clinica e non richiede l’utilizzo di esami specifici: una amenorrea (assenza del flusso mestruale) per almeno sei mesi, un anno in una donna in età compatibile fa porre diagnosi di menopausa.

L’amenorrea definitiva può essere preceduta da periodi più i meno lunghi (a volte anche di anni) caratterizzati da irregolarità nella comparsa del flusso mestruale e seguita da occasionali sanguinamenti dall’apparato genitale. Tutto questo periodo prende il nome di climaterio.

È molto importante che tutti gli eventi correlati al climaterio e alla menopausa vengano sottoposti alla valutazione di un medico competente che saprà valutarne la condizione fisiologica o, in caso di eventi discosti dalla norma, saprà impostare tempestivamente accertamenti opportuni e, se necessarie, le terapie adeguate.

Alla nascita, le ovaie contengono circa 1.000.000 cellule uovo che si ridurranno a circa 300.000 entro la pubertà.

Di tutte queste cellule uovo solo molto poche (400-500) completeranno il processo maturativo e saranno disponibili per la fecondazione. Le altre andranno incontro ad involuzione.

Ogni mese, a partire dal menarca (prima mestruazione) in entrambe le ovaie più cellule uovo iniziano il processo maturativo formando delle piccole cisti a contenuto liquido (i follicoli) ma, generalmente una sola lo completerà.

Le pareti del follicolo producono sostanze ormonali (Estrogeni, Progesterone, Testosterone) che con un effetto a ritroso sui centri ormonali di regolazione connessi alla corteccia cerebrale (Ipotalamo, Ipofisi) ne determinano il funzionamento con la modalità ciclica che caratterizza l’intermittenza mensile di comparsa del flusso mestruale.

Gli ormoni ipofisari sono FSH (ormone follicolo stimolante) e LH (ormone luteinizzante).

L’epoca di comparsa della menopausa, che non è sostanzialmente variata nei secoli, a differenza della vita media che si è enormemente allungata, è correlata a fattori familiari e ad abitudini di vita (ad esempio il fumo) ma non all’epoca di comparsa della prima mestruazione né a fattori etnici. Ad oggi non sono stati individuati i geni che ne regolano la temporizzazione.

L’esaurimento del numero di cellule uovo, che comincia a rendersi evidente a partire dalla quarta decade di vita, avrà come conseguenza la riduzione di fenomeni ovulatori e una progressiva diminuzione nella produzione di Estrogeni ovarici e di Progesterone.  Ipotalamo e Ipofisi, non più retro regolati, incrementeranno di conseguenza la produzione degli ormoni che stimolano le ovaie (FSH e LH). L’incremento di queste due sostanze è responsabile dei più comuni disturbi avvertiti dalle donne in climaterio: sudorazioni e vampate di calore (disturbi vasomotori).

La progressiva diminuzione degli Estrogeni ovarici sarà causa di una progressiva modificazione nei caratteri e nelle funzioni dell’organismo femminile.

A ciò si può aggiungere la comparsa di irregolarità funzionale della tiroide.

I cicli mestruali spesso si presenteranno con modalità irregolari diventando prima più frequenti poi diradandosi fino alla scomparsa.

Tutto ciò si manifesterà con grande variabilità da donna a donna.

I sintomi che più frequentemente infastidiscono le donne in climaterio sono i disturbi vasomotori (vampate di calore e sudorazioni). Si presentano con ampia gamma di variabilità. In alcune donne, fortunatamente poche, determinano un grave impedimento transitorio alla vita di relazione, in altre possono non comparire affatto.

Più subdoli ma progressivi i disturbi correlati alla riduzione dell’Estrogeno ovarico.

La sua carenza si manifesta con la riduzione dei processi metabolici: progressiva involuzione di tutti gli attributi sessuali, assottigliamento di cute e capelli, assottigliamento delle mucose vulvo- vaginali e conseguente secchezza, riduzione delle masse muscolari e del contenuto di sali di calcio nell’osso, tendenza all’aumento di peso e al deposito di grasso a livello addominale, variazione del trasporto dei grassi nel sangue e possibili alterazioni cardio- vascolari, alterazioni della pressione arteriosa, modificazioni dell’umore e del ritmo del sonno.

Questi e altri piccoli disturbi non si presentano tutti contemporaneamente né in tutte le pazienti in menopausa ma poco a poco in qualche modo accompagneranno la lunga porzione di vita di una donna dopo la menopausa.

Negli anni ’80 sembrava si fosse trovata soluzione ottimale per tutti i disturbi correlati alla menopausa: la terapia ormonale sostitutiva.

Visto che la maggior parte dei disturbi sono dovuti alla carenza degli ormoni ovarici, prevalentemente dell’Estrogeno, cosa di meglio se non dare queste sostanze alle pazienti in climaterio.

Con varie modalità, prevalentemente cerotti transdermici, estrogeni e progestinici (il progesterone sintetizzato in laboratorio) venivano somministrati alle pazienti per anni, con risultati fantastici.

Alla fine del ‘900, studi scientifici, mai ben documentati, hanno messo però in evidenza il potenziale rischio tumorale e cardiovascolare correlati a queste terapie. Tanto è bastato perché le terapie ormonali sostitutive venissero quasi completamente abbandonate.

L’atteggiamento terapeutico odierno è molto più cauto e ragionevole: vengono analizzati i singoli disturbi sofferti dalla paziente e proposte terapie specifiche per ogni sintomo. Generalmente si parte da prodotti a basso impatto (ad esempio estratti vegetali o rimedi omeopatici) per salire con l’intensità di cura nel caso questi non risultino sufficienti.

Occorre ricordare che anche i fitofarmaci sono per l’appunto farmaci, selezionati nei millenni dall’esperienza umana, estratti dalle piante e purificati ma non sono necessariamente solo “buoni” in contrapposizione a quelli prodotti dall’industria farmaceutica: Belladonna, Cicuta, Digitale, ad esempio, possono essere mortali per l’uomo.

Altro appunto importantissimo è quello relativo allo stile di vita.

Non ci si può certo attendere che nel momento in cui i processi metabolici rallentano siano sufficienti quattro farmaci per risolvere tutti i problemi. Occorrerà mettersi di impegno, regolare l’introduzione calorica, aumentare l’attività fisica, condurre una vita sana. Tutto ciò può portare a risultati fantastici.

La gamma di terapie utilizzate nelle pazienti che soffrono di problemi correlati alla menopausa è veramente ampia. Come detto sopra si va dalle fitoterapie a terapie ormonali molto specifiche per i singoli disturbi (ad esempio disturbi vaso motori).

Un problema molto frequente che tende a svilupparsi negli anni successivi la menopausa è rappresentato dalla progressiva comparsa di atrofia e secchezza vaginale che possono rendere molto difficoltosi i rapporti sessuali.

Anche in questo caso si partirà da terapie minime con creme o ovuli lubrificanti fino ad arrivare a terapie locali o generali con sostanze ormonali o sostanze in grado di reagire con gli specifici recettori ormonali solo del distretto che si vuole trattare.

Ci sono infine, per questo tipo di problemi, grandi aspettative da terapie con Laser o Radio frequenze, applicate direttamente sulle pareti vulvo-vaginali, in grado di curare in maniera efficace la condizione di assottigliamento delle mucose alla base dei disturbi.

 

MENOPAUSA PRECOCE

Le ovaie hanno la duplice funzione di portare a maturazione le cellule uovo e di produrre estrogeni e progesterone.

La disponibilità di cellule uovo si riduce drasticamente dalla vita fetale alla pubertà (da alcuni milioni a 300- 400.000).

Successivamente 4-5 cellule uovo inizieranno il completamento del processo maturativo ogni mese (ma in genere solo una lo porterà a termine) e molte di esse andranno spontaneamente incontro ad atresia.

Con il termine menopausa si intende la cessazione della comparsa ciclica del flusso mestruale a causa dell’esaurimento funzionale delle ovaie.

Tale evento si realizza normalmente intorno ai 50- 52 anni di età.

Si parla di menopausa precoce quando il flusso mestruale dovesse interrompersi prima dei 40 anni di età.

In tal caso, oltre all’assenza del flusso mestruale, si osserveranno, con grande grado di variabilità, anche i disturbi tipici della cessazione della funzione ovarica quali vampate di calore, alterazioni dell’umore, insonnia, irritabilità e progressiva secchezza delle mucose vaginali.

In circa l’1% delle donne la cessazione della funzione ovarica avviene prima dei 40 anni.

Nella maggior parte dei casi (2/3) non è possibile risalire alla causa della menopausa precoce.

Le cause documentabili sono:

  • Le anomalie genetiche, le più frequentemente riscontrabili (10% dei casi). Tra queste la più rappresentata è la monosomia del cromosoma X (45, X o Sindrome di Turner) e altre alterazioni dei cromosomi sessuali (X e Y),
  • La cosiddetta sindrome dell’X fragile,
  • Alcune alterazioni geniche come la Galattosemia (per effetto tossico dei metaboliti del galattosio sui follicoli ovarici).

La distruzione precoce del patrimonio follicolare può anche essere imputato a:

  • Agenti infettivi (ad esempio il virus della parotite),
  • Malattie autoimmuni,
  • Alterazioni della produzione ormonale di ipofisi, tiroide o surrene,
  • Cause iatrogene (ovvero dovute a cure mediche cui la paziente si sia dovuta sottoporre per la cura di malattie) quali la chemioterapia o la radioterapia o terapie chirurgiche effettuate sull’ovaio, sull’utero o sulle tube.

Non sono poi da escludere fattori causali o concausali quali:

  • Familiarità,
  • Alcol,
  • Fumo,
  • Tabagismo,
  • Abitudini di vita.

Non esiste un unico esame cui affidarsi per il riconoscimento preventivo della condizione di menopausa precoce.

A fronte di pazienti che, in età non compatibile con l’epoca fisiologica della menopausa, presentino gravi e ripetute alterazioni del flusso mestruale, il primo passo consiste nell’escludere l’interferenza con la funzione ovarica che potrebbe essere causata da alterazioni dell’attività della tiroide, da aumentati valori di prolattina o da anomalie surrenaliche.

In assenza di riscontro di tali eventi ormonali di disturbo occorrerà sondare la funzione e la riserva ovarica.

In genere è necessario ripetere e riverificare i risultati dei test:

  • Esame ecografico pelvico transvaginale per la stima del volume delle ovaie e la valutazione dei follicoli in esse contenuti,
  • Dosaggio di FSH (ormone follicolo stimolante) che si eleva quando le ovaie non rispondono,
  • Dosaggio del 17bestradiolo, quale parametro della capacità di risposta alla stimolazione da parte delle ovaie,
  • AMH (ormone anti mulleriano) indice di residuo funzionale ovarico.

Nel caso di riscontro ripetuto di alterazione di questi parametri si potranno effettuare approfondimenti nel tentativo di individuare le cause dell’alterato funzionamento ovarico:

  • Studio del quadro cromosomico (cariotipo),
  • Ricerca specifica della condizione di X fragile.

In assenza di elementi di sospetto (ad esempio la ricorrenza familiare di casi di menopausa precoce) non è possibile prevedere l’insorgenza dell’insufficienza ovarica.

La mancata comparsa o il ritardo di un solo o pochi flussi mestruali quale possibile effetto di condizioni contingenti di stress, dimagramento o altri fattori ambientali occasionali non deve essere fonte di preoccupazione.

Occorre però essere tempestivi nel riconoscimento del quadro patologico ai primi sintomi ovvero alla comparsa ripetuta di anomalie della frequenza dei flussi mestruali più o meno accompagnate dai tipici disturbi della menopausa.

Una volta accertata l’insufficienza ovarica sarà opportuno introdurre una terapia ormonale personalizzata estro-progestinica sequenziale.

Sarà ovviamente importante correggere i fattori concausali quali tabagismo, alcol, abitudini di vita, alimentazione, disturbi metabolici.

Il fine della terapia ormonale non sarà quello di ottenere la ricomparsa ciclica del flusso similmestruale (anche se questo potrebbe avere effetto rassicurante per alcune pazienti) ma quello di attenuare gli effetti negativi della precoce carenza degli ormoni ovarici:

  • Disturbi vasomotori, dell’umore, del sonno e irritabilità,
  • Progressiva secchezza delle mucose vaginali,
  • Rimozione di sali di calcio dalle ossa con conseguente osteoporosi,
  • Alterazione del rapporto dei lipidi circolanti e conseguente incremento di ripercussioni sulla funzione cardio-vascolare,
  • Alterazioni di cute e annessi cutanei.

Pur tenendo conto che il quadro di insufficienza ovarica possa in alcuni casi essere transitorio andando incontro a remissioni spontanee, definitive o temporanee, (difficili da prevedere), occorre tener conto dei progetti riproduttivi della paziente, soprattutto se giovane e nullipara.

Esiste infatti, presso centri specializzati, la possibilità di prelevare cellule uovo da destinare alla crioconservazione per una futura fecondazione in provetta.

LA MENOPAUSA E GLI SQUILIBRI ORMONALI

La menopausa (ovvero la cessazione della comparsa del flusso mestruale): un evento naturale che si genera nella vita di una donna, mediamente intorno ai 50-52 anni, dovuto all’esaurimento funzionale delle ovaie.

La diagnosi di menopausa è generalmente clinica e non richiede l’utilizzo di esami specifici: una amenorrea (assenza del flusso mestruale) per almeno sei mesi, un anno in una donna in età compatibile fa porre diagnosi di menopausa.

L’amenorrea definitiva può essere preceduta da periodi più i meno lunghi (a volte anche di anni) caratterizzati da irregolarità nella comparsa del flusso mestruale e seguita da occasionali sanguinamenti dall’apparato genitale. Tutto questo periodo prende il nome di climaterio.

È molto importante che tutti gli eventi correlati al climaterio e alla menopausa vengano sottoposti alla valutazione di un medico competente che saprà valutarne la condizione fisiologica o, in caso di eventi discosti dalla norma, saprà impostare tempestivamente accertamenti opportuni e, se necessarie, le terapie adeguate.

Alla nascita, le ovaie contengono circa 1.000.000 cellule uovo che si ridurranno a circa 300.000 entro la pubertà.

Di tutte queste cellule uovo solo molto poche (400-500) completeranno il processo maturativo e saranno disponibili per la fecondazione. Le altre andranno incontro ad involuzione.

Ogni mese, a partire dal menarca (prima mestruazione) in entrambe le ovaie più cellule uovo iniziano il processo maturativo formando delle piccole cisti a contenuto liquido (i follicoli) ma, generalmente una sola lo completerà.

Le pareti del follicolo producono sostanze ormonali (Estrogeni, Progesterone, Testosterone) che con un effetto a ritroso sui centri ormonali di regolazione connessi alla corteccia cerebrale (Ipotalamo, Ipofisi) ne determinano il funzionamento con la modalità ciclica che caratterizza l’intermittenza mensile di comparsa del flusso mestruale.

Gli ormoni ipofisari sono FSH (ormone follicolo stimolante) e LH (ormone luteinizzante).

L’epoca di comparsa della menopausa, che non è sostanzialmente variata nei secoli, a differenza della vita media che si è enormemente allungata, è correlata a fattori familiari e ad abitudini di vita (ad esempio il fumo) ma non all’epoca di comparsa della prima mestruazione né a fattori etnici. Ad oggi non sono stati individuati i geni che ne regolano la temporizzazione.

L’esaurimento del numero di cellule uovo, che comincia a rendersi evidente a partire dalla quarta decade di vita, avrà come conseguenza la riduzione di fenomeni ovulatori e una progressiva diminuzione nella produzione di Estrogeni ovarici e di Progesterone.  Ipotalamo e Ipofisi, non più retro regolati, incrementeranno di conseguenza la produzione degli ormoni che stimolano le ovaie (FSH e LH). L’incremento di queste due sostanze è responsabile dei più comuni disturbi avvertiti dalle donne in climaterio: sudorazioni e vampate di calore (disturbi vasomotori).

La progressiva diminuzione degli Estrogeni ovarici sarà causa di una progressiva modificazione nei caratteri e nelle funzioni dell’organismo femminile.

A ciò si può aggiungere la comparsa di irregolarità funzionale della tiroide.

I cicli mestruali spesso si presenteranno con modalità irregolari diventando prima più frequenti poi diradandosi fino alla scomparsa.

Tutto ciò si manifesterà con grande variabilità da donna a donna.

I sintomi che più frequentemente infastidiscono le donne in climaterio sono i disturbi vasomotori (vampate di calore e sudorazioni). Si presentano con ampia gamma di variabilità. In alcune donne, fortunatamente poche, determinano un grave impedimento transitorio alla vita di relazione, in altre possono non comparire affatto.

Più subdoli ma progressivi i disturbi correlati alla riduzione dell’Estrogeno ovarico.

La sua carenza si manifesta con la riduzione dei processi metabolici: progressiva involuzione di tutti gli attributi sessuali, assottigliamento di cute e capelli, assottigliamento delle mucose vulvo- vaginali e conseguente secchezza, riduzione delle masse muscolari e del contenuto di sali di calcio nell’osso, tendenza all’aumento di peso e al deposito di grasso a livello addominale, variazione del trasporto dei grassi nel sangue e possibili alterazioni cardio- vascolari, alterazioni della pressione arteriosa, modificazioni dell’umore e del ritmo del sonno.

Questi e altri piccoli disturbi non si presentano tutti contemporaneamente né in tutte le pazienti in menopausa ma poco a poco in qualche modo accompagneranno la lunga porzione di vita di una donna dopo la menopausa.

Negli anni ’80 sembrava si fosse trovata soluzione ottimale per tutti i disturbi correlati alla menopausa: la terapia ormonale sostitutiva.

Visto che la maggior parte dei disturbi sono dovuti alla carenza degli ormoni ovarici, prevalentemente dell’Estrogeno, cosa di meglio se non dare queste sostanze alle pazienti in climaterio.

Con varie modalità, prevalentemente cerotti transdermici, estrogeni e progestinici (il progesterone sintetizzato in laboratorio) venivano somministrati alle pazienti per anni, con risultati fantastici.

Alla fine del ‘900, studi scientifici, mai ben documentati, hanno messo però in evidenza il potenziale rischio tumorale e cardiovascolare correlati a queste terapie. Tanto è bastato perché le terapie ormonali sostitutive venissero quasi completamente abbandonate.

L’atteggiamento terapeutico odierno è molto più cauto e ragionevole: vengono analizzati i singoli disturbi sofferti dalla paziente e proposte terapie specifiche per ogni sintomo. Generalmente si parte da prodotti a basso impatto (ad esempio estratti vegetali o rimedi omeopatici) per salire con l’intensità di cura nel caso questi non risultino sufficienti.

Occorre ricordare che anche i fitofarmaci sono per l’appunto farmaci, selezionati nei millenni dall’esperienza umana, estratti dalle piante e purificati ma non sono necessariamente solo “buoni” in contrapposizione a quelli prodotti dall’industria farmaceutica: Belladonna, Cicuta, Digitale, ad esempio, possono essere mortali per l’uomo.

Altro appunto importantissimo è quello relativo allo stile di vita.

Non ci si può certo attendere che nel momento in cui i processi metabolici rallentano siano sufficienti quattro farmaci per risolvere tutti i problemi. Occorrerà mettersi di impegno, regolare l’introduzione calorica, aumentare l’attività fisica, condurre una vita sana. Tutto ciò può portare a risultati fantastici.

La gamma di terapie utilizzate nelle pazienti che soffrono di problemi correlati alla menopausa è veramente ampia. Come detto sopra si va dalle fitoterapie a terapie ormonali molto specifiche per i singoli disturbi (ad esempio disturbi vaso motori).

Un problema molto frequente che tende a svilupparsi negli anni successivi la menopausa è rappresentato dalla progressiva comparsa di atrofia e secchezza vaginale che possono rendere molto difficoltosi i rapporti sessuali.

Anche in questo caso si partirà da terapie minime con creme o ovuli lubrificanti fino ad arrivare a terapie locali o generali con sostanze ormonali o sostanze in grado di reagire con gli specifici recettori ormonali solo del distretto che si vuole trattare.

Ci sono infine, per questo tipo di problemi, grandi aspettative da terapie con Laser o Radio frequenze, applicate direttamente sulle pareti vulvo-vaginali, in grado di curare in maniera efficace la condizione di assottigliamento delle mucose alla base dei disturbi.

 

MENOPAUSA PRECOCE

Le ovaie hanno la duplice funzione di portare a maturazione le cellule uovo e di produrre estrogeni e progesterone.

La disponibilità di cellule uovo si riduce drasticamente dalla vita fetale alla pubertà (da alcuni milioni a 300- 400.000).

Successivamente 4-5 cellule uovo inizieranno il completamento del processo maturativo ogni mese (ma in genere solo una lo porterà a termine) e molte di esse andranno spontaneamente incontro ad atresia.

Con il termine menopausa si intende la cessazione della comparsa ciclica del flusso mestruale a causa dell’esaurimento funzionale delle ovaie.

Tale evento si realizza normalmente intorno ai 50- 52 anni di età.

Si parla di menopausa precoce quando il flusso mestruale dovesse interrompersi prima dei 40 anni di età.

In tal caso, oltre all’assenza del flusso mestruale, si osserveranno, con grande grado di variabilità, anche i disturbi tipici della cessazione della funzione ovarica quali vampate di calore, alterazioni dell’umore, insonnia, irritabilità e progressiva secchezza delle mucose vaginali.

In circa l’1% delle donne la cessazione della funzione ovarica avviene prima dei 40 anni.

Nella maggior parte dei casi (2/3) non è possibile risalire alla causa della menopausa precoce.

Le cause documentabili sono:

  • Le anomalie genetiche, le più frequentemente riscontrabili (10% dei casi). Tra queste la più rappresentata è la monosomia del cromosoma X (45, X o Sindrome di Turner) e altre alterazioni dei cromosomi sessuali (X e Y),
  • La cosiddetta sindrome dell’X fragile,
  • Alcune alterazioni geniche come la Galattosemia (per effetto tossico dei metaboliti del galattosio sui follicoli ovarici).

La distruzione precoce del patrimonio follicolare può anche essere imputato a:

  • Agenti infettivi (ad esempio il virus della parotite),
  • Malattie autoimmuni,
  • Alterazioni della produzione ormonale di ipofisi, tiroide o surrene,
  • Cause iatrogene (ovvero dovute a cure mediche cui la paziente si sia dovuta sottoporre per la cura di malattie) quali la chemioterapia o la radioterapia o terapie chirurgiche effettuate sull’ovaio, sull’utero o sulle tube.

Non sono poi da escludere fattori causali o concausali quali:

  • Familiarità,
  • Alcol,
  • Fumo,
  • Tabagismo,
  • Abitudini di vita.

Non esiste un unico esame cui affidarsi per il riconoscimento preventivo della condizione di menopausa precoce.

A fronte di pazienti che, in età non compatibile con l’epoca fisiologica della menopausa, presentino gravi e ripetute alterazioni del flusso mestruale, il primo passo consiste nell’escludere l’interferenza con la funzione ovarica che potrebbe essere causata da alterazioni dell’attività della tiroide, da aumentati valori di prolattina o da anomalie surrenaliche.

In assenza di riscontro di tali eventi ormonali di disturbo occorrerà sondare la funzione e la riserva ovarica.

In genere è necessario ripetere e riverificare i risultati dei test:

  • Esame ecografico pelvico transvaginale per la stima del volume delle ovaie e la valutazione dei follicoli in esse contenuti,
  • Dosaggio di FSH (ormone follicolo stimolante) che si eleva quando le ovaie non rispondono,
  • Dosaggio del 17bestradiolo, quale parametro della capacità di risposta alla stimolazione da parte delle ovaie,
  • AMH (ormone anti mulleriano) indice di residuo funzionale ovarico.

Nel caso di riscontro ripetuto di alterazione di questi parametri si potranno effettuare approfondimenti nel tentativo di individuare le cause dell’alterato funzionamento ovarico:

  • Studio del quadro cromosomico (cariotipo),
  • Ricerca specifica della condizione di X fragile.

In assenza di elementi di sospetto (ad esempio la ricorrenza familiare di casi di menopausa precoce) non è possibile prevedere l’insorgenza dell’insufficienza ovarica.

La mancata comparsa o il ritardo di un solo o pochi flussi mestruali quale possibile effetto di condizioni contingenti di stress, dimagramento o altri fattori ambientali occasionali non deve essere fonte di preoccupazione.

Occorre però essere tempestivi nel riconoscimento del quadro patologico ai primi sintomi ovvero alla comparsa ripetuta di anomalie della frequenza dei flussi mestruali più o meno accompagnate dai tipici disturbi della menopausa.

Una volta accertata l’insufficienza ovarica sarà opportuno introdurre una terapia ormonale personalizzata estro-progestinica sequenziale.

Sarà ovviamente importante correggere i fattori concausali quali tabagismo, alcol, abitudini di vita, alimentazione, disturbi metabolici.

Il fine della terapia ormonale non sarà quello di ottenere la ricomparsa ciclica del flusso similmestruale (anche se questo potrebbe avere effetto rassicurante per alcune pazienti) ma quello di attenuare gli effetti negativi della precoce carenza degli ormoni ovarici:

  • Disturbi vasomotori, dell’umore, del sonno e irritabilità,
  • Progressiva secchezza delle mucose vaginali,
  • Rimozione di sali di calcio dalle ossa con conseguente osteoporosi,
  • Alterazione del rapporto dei lipidi circolanti e conseguente incremento di ripercussioni sulla funzione cardio-vascolare,
  • Alterazioni di cute e annessi cutanei.

Pur tenendo conto che il quadro di insufficienza ovarica possa in alcuni casi essere transitorio andando incontro a remissioni spontanee, definitive o temporanee, (difficili da prevedere), occorre tener conto dei progetti riproduttivi della paziente, soprattutto se giovane e nullipara.

Esiste infatti, presso centri specializzati, la possibilità di prelevare cellule uovo da destinare alla crioconservazione per una futura fecondazione in provetta.

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