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Ecografia morfologica

Viene generalmente indicata quale “ecografia morfologica” l’esame ecografico effettuato al quinto mese di gravidanza.

Se da un lato è vero che la maggior parte delle strutture corporee fetali possono essere adeguatamente indagate a quest’epoca, è altrettanto vero che tutti gli esami ecografici eseguiti nel corso di una gravidanza hanno un ruolo importante nello studio della morfologia fetale.

Già al terzo mese è infatti possibile indagare con elevata precisione molti organi fetali: la struttura della scatola cranica e la presenza dei due emisferi cerebrali, le orbite e, a grandi linee, il profilo del viso, la colonna vertebrale, i quattro arti (è in genere molto più facile evidenziare le cinque dita delle mani a quest’epoca, quando il feto tiene spesso la mano aperta, rispetto ad epoche successive in cui tende a serrare il pugno), l’avvenuta chiusura della parete addominale, la presenza e la corretta posizione di stomaco, reni e vescica, la posizione nel torace del cuore e una iniziale valutazione della sua struttura.

Si tratta di informazioni molto importanti, tanto per la rassicurazione quanto per la possibilità di identificazione precoce di eventi malformativi a carico dei distretti corporei descritti, indicativi di gravi problematiche di salute per il feto.

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Va inoltre sottolineato l’importante contributo rappresentato dall’indagine ecografica del terzo mese per lo studio di indicatori di rischio (translucenza nucale, presenza dell’osso nasale, dimensioni vescicali, valutazioni Doppler sul dotto venoso e sulle arterie uterine) in grado di identificare i feti con la maggior probabilità di essere affetti da gravi anomalie cromosomiche e anche le gravidanze maggiormente a rischio di presentare problematiche di percorso (che ipotizzate a quest’epoca potrebbero essere in parte prevenute).

Se da un lato quanto descritto per l’ecografia del terzo mese di gravidanza rappresenta uno standard imprescindibile per lo studio dell’anatomia fetale, dall’altro va rilevato come alcune anomalie possano essere evolutive e riconoscibili solo tardivamente, oltre il quinto mese, nel corso della gravidanza.

Fatte queste indispensabili premesse, possiamo comunque confermare il ruolo chiave che l’ecografia del quinto mese rappresenta nello studio degli organi fetali. Sono stati formulati standard minimi di osservazione, che vengono ciclicamente incrementati, al fine di fornire la più alta affidabilità diagnostica.

A questo proposito è necessario sottolineare come l’esame ecografico sia per l’appunto un “esame”, una indagine conoscitiva importante e insostituibile.

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A volte capita che si presentino pazienti per l’ecografia del quinto mese accompagnate non solo e giustamente dal partner, ma anche da un numero variabile di altri parenti , adulti e bambini .

È capitato che in situazioni di tal convivialità siano state rilevate gravi anomalie fetali con l’immaginabile panico generale e l’assoluta impossibilità di una corretta comunicazione con i diretti interessati.

Inoltre, a differenza di quanto avviene per gli esami effettuati in radiologia (dove l’acquisizione delle immagini è separata dal momento della loro analisi) , l’ecografia è un esame effettuato in tempo reale, con diagnosi immediata su soggetti in movimento e non sempre in posizione ottimale per l’indagine.

Il risultato e l’efficienza dell’esame dipendono pertanto da numerosi fattori: la qualità e l’età dell’apparecchiatura utilizzata, l’esperienza dell’operatore, la libertà al passaggio degli ultrasuoni attraverso i tessuti materni, la posizione e i movimenti del feto.

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L’espletamento dell’esame richiede molta concentrazione da parte dell’operatore, tenuto conto che alcune informazioni possono a volte risultare difficili da ottenere e la loro acquisizione potrebbe non essere ripetibile. Risulta evidente quanto interferenze esterne possano influire con la qualità del risultato.

A volte quadri complessi o inusuali o ostinate posizioni inidonee del feto possono rendere necessaria la ripetizione dell’esame a distanza di qualche ora o di qualche giorno o una rivalutazione del caso in ambiente ultra specialistico. Dal momento che queste valutazioni in più

tempi portano nella maggior parte dei casi a conclusioni favorevoli , il percorso dovrebbe essere affrontato senza angoscia ma con consapevolezza.

Al quinto mese di gravidanza è inoltre possibile rivalutare indicatori di rischio per gravi complicanze che potrebbero presentarsi nei mesi successivi : parto pretermine, rallentamento della crescita fetale, gestosi. L’evidenza di condizioni di rischio elevato permette di introdurre correttivi in grado di ovviare o attenuare la comparsa degli eventi sfavorevoli.

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Merita infine una considerazione a parte l’uso di acquisizioni tridimensionali delle strutture fetali:

l’esame può essere gratificante per la coppia, ma non sempre è possibile ottenere immagini gradevoli e rassicuranti. La posizione del feto o l’interposizione di arti o cordone ombelicale possono rendere il compito molto difficile.

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Il sesto mese è comunque l’epoca di gravidanza più idonea all’ottenimento di immagini soddisfacenti: nelle epoche precedenti la mancanza di tessuto adiposo può rendere sgradevoli anche immagini acquisite in modo ottimale, nelle epoche successive può risultare impossibile effettuare buone scansioni a causa della posizione fetale. Una volta acquisito, il volume tridimensionale può essere rielaborato in seconda istanza per poterne migliorare la resa. Nell’impossibilità di ottenere immagini tridimensionali statiche, è possibile acquisire il volume in tempo reale (4D) con minor definizione ma con il vantaggio della visualizzazione del movimento.

Comunque sia, la valutazione delle strutture corporee fetali viene effettuata con sempre e più efficacemente con l’ecografia bidimensionale e solo in particolari situazioni, a seguito del riconoscimento di alterazioni , ci si potrà avvalere di una miglior definizione del problema mediante un esame eseguito con metodologia 3D.

VISO FETALE in 3D
VISO AL VII M_0000_1
VISO AL V MESE_0000
GENITALI FEMMINILI_0000
FETO A IV MESI_0008
genitali maschili
AORTA TORACICA
braccio
colonna vertebrale
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